Lo so, pensare di alzarsi alle 5:30 del mattino per raggiungere ancora prima dell’alba un luogo in montagna, mossi dalla sola speranza di assistere ad una meravigliosa nascita di un nuovo giorno, può sembrare una cosa un po’ folle.
Le emozioni però che pervadono il tuo corpo e la tua mente quando il cielo comincia a tingersi di splendidi colori e tu sei cullato da un leggerissimo pungente vento ed attorno a te regna il silenzio più assoluto, ripagano abbondantemente la levataccia. Ed è specialmente in questi momenti che ti rendi conto della magnificenza della natura e, in ossequioso silenzio, ti perdi nella sua contemplazione.
Max
20 Ottobre 2012 il 14:08
Ma che splendide foto! I miei complimenti!
22 Ottobre 2012 il 11:13
Non c’è che dire….hanno “il loro perchè”! 🙂
Albe e tramonti spesso in autunno ci regalano spettacoli inaspettati.
Però..a questa stagione, più che “cullato da un leggerissimo pungente vento”, direi “tormentato da un freddo becco”!!!
Una domanda: Leggermente modificate le prime due?
22 Ottobre 2012 il 12:29
ahahaha ma no dai…c’erano ben 4 gradi alle 6:30 🙂
Mi han dato molto più fastidio le fucilate dei cacciatori. Erano ovunque ‘sti maledetti!
Aspetto tecnico: Ogni foto che esce da una reflex subisce, più o meno un processo di post elaborazione al pc. Il fatto è che, contrariamente ad una compatta, il file grezzo che viene memorizzato dal sensore di una reflex è molto blando, senza contrasto, con colori spenti che non rispecchiano minimamente quello che l’occhio umando percepisce. Il grosso problema inoltre, scattando a queste ore, si chiama latitudine di posa o gamma dinamica. La differenza sostanziale fra quello che si riesce a vedere ad occhio nudo e quello che riesce a “registrare” un supporto fotosensibile, è data da una maggiore gamma dinamica a favore dell’occhio umano (circa 12 stop), per il momento irraggiungibile dal supporto fotosensibile. In altre parole tu riesci a percepire le ombre e le alte luci dove il sensore vede nero o bianco totale! Per sopperire a tale “carenza tecnologica” si ricorre a quella che viene definita doppia esposizione. In pratica fai uno scatto esponendo per le ombre e poi ne fai un altro esponendo per le alte luci variando ovviamente i tempi di esposizione e mantendendo costante ISO e diaframma. Poi, in fase di sviluppo digitale sovrapponi le 2 foto e fondi assieme le parti che ti interessano, ricavando le parti interessanti da entrambi gli scatti. A parole, na scemata, in pratica ci vuole un po’ di dimestichezza con il Sig. Photoshop 😉 ma nulla di impossibile.
Scusate la divagazione tecnica….
Max
30 Ottobre 2012 il 12:34
sono diventate ufficialmente gli sfondi del mio pc e del mio monitor ! sono strepitosamente belle. complimenti !!
mi viene voglia di ordinare una 650d o una 60d…